Artribune ci regala una preziosa anteprima della collettiva ideata dalla nuova Direttrice Cristiana Collu che presenta i pezzi più importanti delle collezioni del museo con l titolo “Time is out of Joint”
Ha per titolo un verso dell’Amleto di Shakespeare (scelto anche da Philip K. Dick per un suo romanzo di fantascienza) la seconda mostra del mandato di Cristiana Collu come direttore della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Realizzata, come nel primo caso, con la collaborazione di Saretto Cincinelli e, in senso di continuità con quanto visto in estate nelle sale del museo, basata nuovamente sul concetto di tempo, quasi fosse la prosecuzione naturale della precedente The Lasting. L’Intervallo e la Durata. Apre al pubblico l’11 ottobre Time is out of joint, che presenta circa 500 opere di 170 artisti che vanno dalla “a” di Carla Accardi alla “zeta” di Gilberto Zorio. Passando da grandi firme del contemporaneo come Luigi Ontani, Gianfranco Baruchello, Thomas Schütte e Joseph Kosuth a mostri sacri della pittura dell’Ottocento (i vari Vincent van Gogh, Paul Cézanne, Gustave Courbet, Claude Monet); dagli esponenti delle avanguardie storiche (i futuristi Umberto Boccioni e Luigi Russolo, il dada Hans Arp e il cubista Georges Braque) fino ai vari Amedeo Modigliani e Gino de Dominicis, Andy Warhol e Joan Mirò.
Un progetto espositivo che vale, di fatto, come riallestimento delle collezioni dopo i recenti restauri che hanno interessato il museo (con la riapertura della Sala via Gramsci), e che si accompagna alla performance che in serata vede protagonisti i jazzisti Gianluca Petrella e Paolo Fresu, che ha anticipato ad Artribune la loro perfomance.
COME METTERE A POSTO IL TEMPO
Un verso amletico nel senso più pieno del termine quello che guida la mostra, sul quale a suo tempo si scervellò anche Jacques Derrida: il concetto di un tempo letteralmente “slogato” e quindi “fuori asse”, “scardinato” “disarticolato”, porta a ad escludere un percorso espositivo che rispetti le distanze cronologiche, accostando semmai le opere tra loro secondo assonanze tematiche e visuali. “Ci muoviamo nello spazio attraversando le sale e le opere” spiega Collu, “dove le immagini sono fisse, in relazione simultanea tra loro, come se fossero prequel e sequel insieme: un cinema al contrario, dove la “fotografia”, la visione ha un ruolo chiave nel cristallizzare e trattenere tensioni così fertili anche nella loro composta presenza”. Perché in fin dei conti qualcuno, quel tempo, deve pur riordinarlo. Anche se si tratta di un lavoro difficile, come ammette lo stesso Amleto a completamento del verso incriminato: “o sorte maledetta, che proprio io sia nato per rimetterlo in sesto”.
dal 11 ottobre 2016 al 15 aprile 2018
Time is out of joint
Galleria Nazionale d’Arte Moderna – ingresso da Sala via Gramsci
Roma, via Gramsci 69
www.lagallerianazionale.com
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