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Movida, Spinaci: “Ora basta con l’apertura di nuovi locali a Monti”

La Consigliera Daniela Spinaci, membro della Commissione Commercio del I Municipio, si scaglia contro l’apertura di nuovi locali nel Centro Storico romano ed in particolare nel Rione Monti ormai talmente inflazionato da essere divenuto invivibile per i residenti dello storico rione.

In un articolo di Luca Monaco pubblicato il 23 maggio su La Repubblica, la Consigliera esprime tutte le sue preoccupazioni per il dilagare di nuovi locali in aree di pregio architettonico e storico del Rione.

Goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’apertura di “un nuovo cocktail bar appena nato in via delle Terme di Traiano, a ridosso di palazzo Brancaccio e a due passi dall’ingresso del parco di Colle Oppio. L’atmosfera è orientaleggiante. Si beve sdraiati sulle amache o sui divanetti che arredano il giardino da 2000 metri quadri, alle porte del rione Monti“.

L’apertura ha ovviamente allarmato i residenti preoccupati per l’ennesima apertura di un locale notturno in un’area così di pregio e tutelata da vincoli di ogni tipo. Per la consigliera dem al municipio I, Daniela Spinaci “Roma, per rinascere, ha bisogno di cultura e di un nuovo modo di vivere la città: è ora di dire basta alle continue aperture di locali notturni.  Tutte attività che immagino siano in regola con le disposizioni comunali sul commercio,  premette la Spinaci, che però sul caso di via delle Terme di Traiano è pronta a fare “un accesso agli atti per verificare che tutte le regole siano state rispettate“. I responsabili  sostengono di avere tutte le autorizzazioni necessarie e che il terreno in questione  è di proprietà di un privato al quale pagano 25mila euro d’affitto.

Insomma pare che il locale in questione sia in regola, “ma non è questo il punto” sostiene la Consigliera Spinaci. “Non possiamo permettere che a Roma la cultura sia sacrificata in nome dei facili guadagni derivanti dalla movida della somministrazione.  Roma ha un Centro Storico millenario che va tutelato. Cosi come deve essere tutelata la qualità della vita dei residenti messa a dura prova da una tale concentrazione di locali.

 

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